Patologie della mano nel giocatore di basket
I meccanismi di distorsione e lussazione delle articolazioni interfalangee. Diagnosi, fisioterapia ed eventuale trattamento chirurgico: le tappe necessarie al pieno recupero dell’atleta.
Prima di riconsegnare l’atleta alla piena attività, diventa di fondamentale importanza provare il gesto atletico in protezione, con esercizi condotti direttamente sul campo
Nel basket, gli atleti sono chiamati a compiere gesti tecnici che richiedono l’uso di entrambe le mani, come tiro, palleggio, passaggio e ricezione. A tutto ciò, si aggiungono fattori come continuo contatto con la palla, movimenti rapidi e specifici delle dita e, non ultima, la dinamica di gioco propria della pallacanestro, con frequenti cambi di direzione. Di conseguenza, la mano nel basket è esposta a traumi diretti ed indiretti. Potenzialmente, tutte le strutture ossee e teno-muscolari possono essere oggetto di lesione, anche se, le sedi più frequenti di traumatismo riguardano le articolazioni interfalangee prossimali e distali: meccanismi di distorsione e lussazione in primis. Occorre pertanto, un approccio medico – riabilitativo molto delicato. Difatti, queste lesioni, se mal trattate, possono evolversi verso quadri di lassità o di rigidità con precoci fenomeni artrosici. Per questo motivo, priorità assoluta va accordata alla diagnosi, basata sull’esame radiografico, affiancato da altre indagini strumentali.
Giocatori di basket alle prese con i traumi della mano. Il meccanismo di distorsione:
Si parla di distorsione quando l’interessamento delle strutture capsulo-legamentose è incompleto e la normale congruenza articolare rimane inalterata. Il trattamento immediato di una distorsione prevede l’applicazione del ghiaccio sulla parte interessata, immobilizzazione del dito ed un accertamento radiografico per escludere eventuali lesioni ossee.
Veniamo alla lussazione. Dinamica e misure da adottare:
In caso di lussazione, osserviamo la massima lesione delle strutture legamentose e la perdita dei rapporti articolari normali. Innanzitutto, è buona norma evitare “tiraggi improvvisati” ed eseguire in modo tempestivo una radiografia, in modo da scongiurare possibili distacchi ossei. In assenza di fratture, si può procedere alla riduzione della lussazione e successiva immobilizzazione con tutori specifici. In caso di lesioni ossee o di particolari tipi di lussazione laterale, occorre far ricorso ad una specifica valutazione chirurgica.
Nel caso delle interfalangee distali, come ci si comporta?
Un quadro particolare concerne le interfalangee distali, dove ad una distorsione-lussazione in iperflessione, può accompagnarsi la lesione del tendine estensore. Questa lesione va immobilizzata per mezzo di un tutore in iperestensione, per un periodo indicativo di 60 giorni.
Quali sono le terapie più utilizzate per queste patologie?
Sicuramente trova largo impiego la Tecar Terapia, laserterapia ed Ultrasuonoterapia. Negli ultimi anni stiamo utilizzando sempre con maggior frequenza e successo infiltrazioni di acido ialuronico intrarticolare.