Artrosi del ginocchio
Nuove strategie di cura negli sportivi e non
Sport&Medicina”, si chiama così la rubrica curata da Italo Leo medico ufficiale della Salernitana Calcio ma con lunghi trascorsi nella pallacanestro salernitana. Il Dott. Italo Leo è Medico Fisiatra, perfezionato in Traumatologia e Riabilitazione dello Sport.
Dott. Leo cos’è l’artrosi del ginocchio?
“E’ una progressiva usura della cartilagine articolare ed il ginocchio, tra tutte le articolazioni, sarebbe la più colpita. Il 63% dei pazienti cha hanno subito un trauma al ginocchio presenta lesioni cartilaginee ed il 45% della popolazione over 45 presenta segni clinici e radiologici di artrosi al ginocchio”.
Quali sono le cause dell’artrosi del ginocchio?
“La causa dell’artrosi è sconosciuta, per cui si pensa che la malattia sia multifattoriale, cioè provocata da più cause compresenti. I principali fattori di rischio che predispongono allo sviluppo dell’osteoartrosi sono: età, fattori meccanici (lesioni meniscali, rottura dei legamenti),ereditarietà,obesità e malattie del sistema endocrino (diabete mellito,gotta) e infiammazione. Nel Basket, essendo uno sport di salto, l’articolazione del ginocchio viene continuamente sollecitata e pertanto ripetuti traumi distorsivi associati a lesioni legamentose predispongono al processo artrosico”.
Quali sono i sintomi e come si effettua la diagnosi?
“I sintomi sono rappresentati dal dolore, soprattutto nello scendere le scale, alla marcia ed anche a riposo; dolorabilità alla digitopressione; diminuzione dell’escursione articolare e versamento articolare soprattutto in fase acuta. La diagnosi si basa sull’esame clinico e sull’esame radiologico (raggi X). Quest’ultimo può mettere in evidenza le deformazioni dell’articolazione, rappresentate da una riduzione della rima articolare (lo spazio tra le due estremità dell’articolazione), gli osteofiti, ed eventuali cisti ossee”.
Che ripercussioni ci sono sui cestisti?
“Per un atleta in attività un infortunio al ginocchio è un evento traumatico non soltanto da un punto di vista fisico, ma anche psicologico. Egli si chiede cosa sarà del suo futuro, della sua stagione e della sua carriera. Anche la persone “comune” che non pratica sport a livello agonistico, oggi indipendentemente dall’età, vuole vivere una vita attiva e di movimento. L’evoluzione della farmacologia, delle biotecnologie, delle tecniche chirurgiche e delle metodologie riabilitative, ci permette di scegliere tra uno spettro di soluzione molto ampio dalla terapia conservativa a quella chirurgica”.
Cosa propone ai suo pazienti che soffrono di artrosi del ginocchio?
“Proponiamo una serie di approcci terapeutici. In primis, l’iniezione intra-articolare di acido Ialuronico, chiamata viscosupplementazione, che è una terapia farmacologica relativamente nuova. Questo è un componente fondamentale del liquido sinoviale. Tale liquido è posto all’interno delle articolazioni con lo scopo di proteggere la cartilagine dall’usura e da carichi eccessivi. Il liquido sinoviale, oltre ad ammortizzare i movimenti assicura il nutrimento alla cartilagine, accelerandone i processi riparativi. L’invecchiamento articolare, così come quello cutaneo, si associa ad un decremento nella produzione di liquido sinoviale. Infiltrazioni intra-articolari di tale sostanza (da 3 a 5 applicazioni) possono infatti ridurre il dolore accelerando al tempo stesso i processi riparativi. La sua azione però non è definitiva e ciò rende necessaria la ripetizione della cura ogni 6-12 mesi. A queste iniezioni si associa l’utilizzo di integratori a base di Glucosamina e condroitina solfato. Sono infatti sostanze naturalmente presenti nell’organismo, che rinforzano la cartilagine, aiutandola a trattenere acqua e proteggendola dal logorio”.
Qual è un altro approccio?
“Associare l’infiltrazione di Ac. Ialuronico alla miscela ossigeno-zono. Diventa quindi estremamente interessante l’utilizzo dell’O2/O3 terapia come trattamento di prima scelta per diversi motivi: ripristino della funzionalità articolare mediante metodo naturale, non tossico, che dura nel tempo e assenza di effetti collaterali, se eseguita con la tecnica giusta. I primi miglioramenti si hanno solitamente dopo 3/4 sedute: generalmente per primo scompare il dolore notturno (il paziente riferisce che non si sveglia più per il dolore), con graduale diminuzione del gonfiore e ripresa della funzionalità dell’articolazione. Talvolta sono sufficienti 6 sedute, mediamente ne occorrono circa 10”.
Dott. Leo quali sono le novità terapeutiche in questo campo per gli atleti top-level?
“Sta prendendo sempre più piede nella clinica medica l’utilizzo dei fattori di crescita associato a miscela di ossigeno-ozono, anche se ancora non è stata adeguatamente studiata la sua influenza nella riparazione della cartilagine e le sue applicazioni sono di carattere sperimentale offrendo però degli ottimi risultati. Praticamente si tratta di 3 iniezioni intra-articolari di PRP (plasma arricchito di piastrine) autologo, derivato del sangue venoso in seguito a centrifuga, miscelato ad ozono”.
A cosa serve il PRP (plasma arricchito di piastrine)?
“Stimola i processi riparativi e la crescita dei tessuti lesi sui quali è applicato, stimola la proliferazione cellulare ed i processi bioriparativi e rigenerativi . Stimola l’angiogenesi e la rivascolarizzazione dei tessuti ed inoltre accelera lo sviluppo dei tessuti ossei e la capacità osteoinduttiva e la produzione di osteoblasti”.